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A Taste Of Dance

Il festival “A taste of dance” a Thiene non è solo spettacolo e workshop, ma anche un’occasione per far incontrare esperti ed operatori del settore, fare il punto sullo stato dell’arte della danza contemporanea.

Intessere collaborazioni, creare nuovi linguaggi, condividere esperienze, evidenziare problemi e criticità, cercare soluzioni e far dialogare i festival, radicati in Italia, ma con uno sguardo all’Europa e al Mondo. Dove sta andando la danza contemporanea?

E’ partito da questa domanda il meeting “Pratiche e strumenti della danza contemporanea” in Villa Fabris, coordinato da Lorenzo Conti, responsabile comunicazione di “Dance Haus +” di Milano, quarto centro di produzione per la danza in Italia. Al tavolo erano presenti: Anna Consolati e Laura Marongiu (Festival Oriente Occidente), Roberto Casarotto ed Eva Zillo (Operaestate Festival Veneto/CSC Centro per la Scena Contemporanea), Annamaria Onetti (Dancehaus più/Festival Exister/ArtedanzaE20).

Ne è emerso che i danzatori contemporanei non devono solo essere talentuosi per farsi strada, ma è indispensabile avere: una buona empatia, sviluppare le soft skills e un efficace lavoro di squadra, saper spiegare con chiarezza il loro progetto in un linguaggio coerente con la loro idea di partenza, rimanere centrati su se stessi e difendere la propria autorevolezza artistica.

La danza contemporanea è presidio di libertà e di umanità e ha, inoltre, il desiderio di abitare non solo i teatri, ma anche i musei, le strade, i negozi, le fabbriche, le scuole, insomma, i luoghi della vita e andare verso le persone.

La danza contemporanea ha, inoltre, necessità di farsi strada su basi solide, di lavorare sulla formazione di giovani danzatori attraverso i “vivai”, le residenze, un tutoraggio nella figura di un manager e di un counselor che aiuti a superare i limiti individuali e a sviluppare la trasversalità di un équipe.

La danza contemporanea è inclusione: in primis, delle persone con disabilità, come ne è un esempio l’iniziativa “Dance Well” attualmente pratica a Lavanderia a Vapore (Torino), Palazzo Strozzi (Firenze), Teatro Civico di Schio e Pinacoteca di Vicenza. Il limite diventa un’opportunità.

E’ il caso di “Danzare oltre”, il corso tenuto, proprio durante il Festival, dalla danzatrice ed insegnante Simona Fioravanti, pensato per chi ha il Parkinson o altre limitate capacità di movimento. Etica, integrità, onestà, competenza, solide relazioni umane, sono queste le (nuove), ma mai desuete parole della danza contemporanea verso le quali indirizzare i prossimi passi verso un futuro più umano e condiviso.