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A Taste Of Dance

Matteo Bittante, docente, direttore artistico, coreografo e creativo della danza, si è perfezionato presso l’Hamburg Ballettschule diretto da J. Neumeier, ha lavorato per numerose compagnie in tutta Europa spostandosi senza mai fermarsi per otto anni, prima di scegliere come ‘casa’ Milano. Qui nel 2003 inizia la collaborazione con Susanna Beltrami come assistente coreografo e danzatore. Dal 2006 è docente di Accademia Susanna Beltrami, in grembo alla quale dà vita sei anni dopo alla DanceHaus Company, giovane realtà milanese.

È fondatore di ContART, associazione artistica che si occupa di produzione, promozione e formazione del pubblico della danza contemporanea e dal 2014 fa parte del network DANCEHAUSpiù, sostenuto dal MIBACT.

 

Intervista a Matteo Bittante

di margherita pellerano

 

Ciò che colpisce è la sua capacità di immergersi totalmente in più ambiti artistici come la danza e la coreografia, il mondo video e la moda. Come si pone di fronte a lavori diversi? Utilizza lo stesso approccio? Le piace combinare queste attività?

 

Adoro combinare queste attività insieme, sebbene il mio approccio sia sempre lo stesso, ogni lavoro richiede una visione diversa. Ciò che cambia sono i tempi, le esigenze e soprattutto il ritmo. Nel lavoro video tutto deve essere compatto e riassunto a differenza di uno spettacolo teatrale in cui anche i tempi di creazione sono più distesi. Nella moda invece bisogna far parlare i vestiti, il prodotto deve essere il protagonista, non bisogna dimenticarselo. Ciò distingue maggiormente però la performance dal vivo dalla danza in video è la necessità di creare empatia con lo spettatore.

 

Com’è tornare a creare e ricercare nel suo paese di origine, lontano dalla frenesia e i mille input di Milano? Cosa suscita dentro di lei il ritorno alla sua città natale?

 

Si ricade sempre nel ritmo, qui i tempi cambiano rispetto a Milano e ciò che andremo a fare sarà un esperimento. Torno nel mio paese di origine (quasi, sono nato a Marostica) ma non so dove questa ricerca porterà e soprattutto non conosco le persone che dirigerò. Servirà una grande capacità di ascolto e condivisione. Questa è la base della ricerca, conoscere la partenza ma non l’arrivo ed avere la capacità di sapersi giostrare in corso d’opera visto che l’impro-session avrà un pubblico.

 

Come si svolgerà l’impro-session? È necessario essere danzatori per partecipare? In che modo secondo lei ci si deve porre con la mente e il corpo in questo progetto?

 

Per partecipare non è necessario essere danzatori, anzi. In questo modo si potrà notare la diversità, tra chi lavora più con il corpo, chi è meno influenzato dalle forme canoniche della danza e chi non si è mai approcciato a questo tipo di lavoro, formando un paesaggio di corpi.

Si avrà la possibilità di essere liberi di portare l’individuo e il cittadino ma è importante attenersi alle indicazioni che darò all’inizio della sessione e durante, come una specie di manuale per proseguire.

Per chi guarderà invece, che sia o meno appassionato alla danza, potrà vedere delle forme di color bianco che si muovono in un tappeto di erba. L’insieme di corpi bianchi formano una città, ogni singolo cittadino deve abitare nello spazio. Ciò che spero che accada è che poi queste forme bianche diventino forme sporche. A differenza di uno spettacolo che ha focus centrale, l’impro-session avrà un focus spaziale e itinerante: possiamo lavorare sul perimetro, in diagonale, al centro o nell’angolo più estremo. Il pubblico assisterà a qualcosa di inedito, un happening irreversibile, quasi come un rito, che non accadrà più.

 

DI MARGHERITA PELLERANO

 

Vi aspettiamo questa sera 8 luglio 2021 al Parco di Villa Fabris di Thiene alle ore 20.30 per Impro Session Dance aROUND!

INCONTRO GRATUITO

 

INFORMAZIONI:

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